Gonta Kashio, Head of Business Department of Shiseido International, è l’espressione di quella educazione e gentilezza tipica della cultura giapponese.
Nel parlare con Gonta Kashio sono rimasta sorpresa nell’apprendere che la casa cosmetica Shiseido fu fondata 140 anni fa, precisamente nel 1872 a Tokyo nell’elegante quartiere Ginza. Ma ancora più sorpresa sono rimasta quando ho saputo che Shiseido è stata la prima casa farmaceutica occidentale in Giappone, fondata da Arinobu Fukuhara studioso di farmacia orientale e medicina occidentale, il quale ha voluto creare prodotti cosmetici basati sui principi della medicina erboristica orientale in abbinamento alla scienza occidentale. In altre parole, per Shiseido la cura della bellezza ha le sue origini nella cura del benessere.
Anche la scelta del nome della società denota la spinta innovativa verso la creazione di nuovi valori e prodotti curativi/cosmetici: Shiseido infatti deriva da una poesia tradizionale tratta dall’I Ching, il Libro dei Mutamenti cinese: Shi. Sei. Do. ossia “Loda le virtù della grande Terra, che alimenta nuova vita e genera nuovi valori”.
Non vi è dubbio che l’estetica, la medicina, la religione e la filosofia orientali offrano canoni di bellezza, benessere diversi da quelli occidentali e a questi si ricollega inevitabilmente l’idea di lusso.
Che cosa è oggi il lusso per Gonta Kashio?
Il “lusso” viene comunemente inteso come un’autocompiacente esperienza di godimento e piacere, la rappresentazione di uno stile di vita appariscente. Eppure, osservato da un punto di vista meno compiacente e meno vistoso, il “lusso” potrebbe anche essere considerato come rifugio, alimento, cura o educazione per coloro che sono privi delle essenziali condizioni di benessere.
Personalmente, credo che l’attrazione e il desiderio verso il “lusso” derivino dal fatto che esso personifichi qualità rare come l’“autenticità”, l’“integrità” e la “saggezza”, simbolizzate in una “opera d’arte” o in una “arte del vivere”; e forse quando godiamo di simili qualità, siamo anche in grado di ritrovare il vero significato del lusso, quegli ideali del benessere che gli antichi greci chiamavano “Eudemonia”.
In questo senso, credo che la vera fonte dell’Eudemonia stia non nell’autocompiacimento ma nella “noblesse oblige” entro cui il lusso risulta arricchente e illuminante.
“Dormivo e sognai che la vita era gioia. Mi svegliai e vidi che la vita era dedizione. Agii, ed ecco, la dedizione era gioia”. (Rabindranath Tagore)