Agli esordi della sua carriera Diego Dalla Palma venne definito dal New York Times come “il profeta del make up made in Italy”. Quando ho incontrato Diego Dalla Palma eravamo alla vigilia del suo nuovo spettacolo televisivo “Come si cambia – Celebrity” e gli ho chiesto se bastasse veramente un taglio dei capelli diverso, un trucco fatto a regola d’arte per cambiare lo stato d’animo delle donne. La sua risposta è stata semplice, essenziale come lui: “No, ma certamente aiuta”.
Abituato a valorizzare l’aspetto di personalità internazionali del mondo dello spettacolo, culturale e anche politico, mi è sorto naturale fargli una seconda domanda e cioè che cosa sia oggi il vero lusso.
“Purtroppo si va in direzione equivoca, il lusso diventa ostentato, si sta involgarendo. Pochi eletti hanno capito che è in primis una qualità intrinseca. Un tempo le persone di classe portavano d’estate un vestito di buon taglio e di ottimo lino, un panama, una scarpa fatta a mano. Ora, per sentirsi à la page serve una griffe che qualifichi l’abito o l’accessorio. Ma se è indispensabile l’imprimatur d’uno stilista per rassicurare l’acquirente sul fatto che si tratta di lusso vero – e allora va esibito – vuol dire che c’è un deficit culturale, che manca il senso dell’individualità e la consapevolezza di uno stile proprio. Si confonde la bulimia di orpelli firmati con l’eleganza, la pomposità con la distinzione. Lusso vero è avere una propria unicità riconoscibile e riconosciuta: come Marella Agnelli, ormai anziana ma perennemente raffinatissima, con quella collana etnica sempre uguale che ormai è parte integrante della sua icona su quel collo alla Modigliani. Io mi prendo il lusso di essere coerente, di non dire altro che quello che penso, d’esprimere la mia verità. Il mio lusso è essere sempre me stesso. E se qualcuno prende esempio, siamo già sulla buona strada”.