“Troppe cravatte sbagliate” cantava Paolo Conte. Ne sa qualcosa Maurizio Marinella di E. Marinella, il quale con la tipica verve napoletana mi ha raccontato un aneddoto. Un giorno nel suo negozio di Napoli si è presentato un cliente con uno smoking color bronzo cangiante, chiedendo di poter abbinare la cravatta adeguata. Risposta di Maurizio: “Mi dispiace, ma non saprei come aiutarla”.
Nata nel ‘600 come elemento distintivo della divisa di truppe mercenarie croate (da cui l’origine del nome), utilizzata dal Re Sole per inviare messaggi d’amore in codice alle sue amanti, la cravatta dal ‘700 in poi è diventato un accessorio tanto futile, quanto rivelatore dell’eleganza maschile.
E, contrariamente a quanto si pensa, l’eleganza ha le sue regole (vedi LuxuryTips).
“Sembra che oggi le persone abbiano dimenticato o meglio non conoscano le regole basilari dello stile. Quando ero piccolo avevo imparato che l’abito indossato al mattino era diverso da quello indossato alla sera, soprattutto se si doveva andare a teatro o semplicemente fuori a cena. Oggi si è perso il piacere di esprimere la buona educazione attraverso il modo di vestire”.
Quali regole invece ti hanno trasmesso tuo nonno Eugenio e tuo padre Luigi?
Rigore, rigore e rigore, anche nel modo di vestirsi. Ho iniziato a lavorare in bottega all’età di otto anni e non mi erano concesse distrazioni perché si doveva sempre garantire un’elevata qualità nel prodotto e nel servizio ai clienti. Entravo in negozio alle 7 e uscivo alla sera, abitudine che conservo ancora oggi. Famiglia, dedizione al lavoro ed elevata qualità del prodotto sono le radici su cui è crescita la mia vita.
Che cosa è quindi per te il lusso?
Concedermi dei momenti di libertà per fare sport. Appena posso vado al Circolo Nautico Posillipo, dove per anni ho fatto parte della squadra di canottaggio. E siccome la mia vita ruota attorno alla famiglia fare sport con mio figlio Alessandro è il lusso più grande.